Giugno 2023.
Sono a Noordwijk, una cittadina olandese di circa 50.000 abitanti che vanta due grandi attrattive: i campi di tulipani e l’ESTEC, l’European Space Research and Technology Centre.
Per quanto i fiori mi piacciano, non è per quello che ho preso due treni, un aereo e un autobus per arrivare fino a Noordwijk. La meta finale è l’ESTEC, un centro di ricerca enorme con scienziati provenienti da tutto il mondo che lavorano ogni giorno per migliorare la nostra conoscenza dello spazio, portarci oltre le nuvole e, in futuro, permetterci di vivere su altri pianeti.
E qui, in quello che secondo me dovrebbe essere considerato uno dei posti più belli e interessanti del pianeta, c’è spazio anche per stagisti che non fanno il caffè ma che attivamente progettano e costruiscono un piccolo modulo che dovrà essere montato sul lanciatore Ariane 6 e che avrà l’obiettivo di girare un video. Sì, gli stagisti dell’ESTEC vogliono catturare tutta la fase di lancio e poi riprendere la Terra dallo spazio. In 4K.
Dicembre 2024.
”Il 24 ottobre 1946 fu scattata la prima fotografia della Terra da oltre 100 chilometri di altezza, considerati la soglia dello spazio”, mi spiega il libro che ho tra le mani.
77 anni dopo - penso - gli stagisti dell’ESTEC hanno provato a fare la stessa cosa, con lo stesso entusiasmo, la stessa passione, la stessa dedizione del gruppo di scienziati che riuscì in questa impresa decenni prima.
Ma non con la stessa tecnologia.
La prima foto della Terra dallo spazio
Il barone Wernher von Braun sognava lo spazio in un’epoca in cui lo spazio non sembrava accessibile.
Siamo in Germania, il Partito nazista è appena salito al potere, la missilistica è appena diventata un’area di interesse nazionale e il signor Von Braun, che puntava ad andare oltre l’atmosfera, si ritrova a lavorare ad un razzo a combustibile solido. Che per lui avrebbe potuto portarci verso l’infinito e oltre e per i militari invece doveva diventare una potente arma nella mani dell’esercito.
E fu più o meno così. Alla fine von Braun creò i razzi V2 che devastarono Londra nel settembre del 1944.
Questa (terribile) innovazione però non bastò a vincere la guerra: la Germania fu sconfitta e von Braun, insieme ad altri scienziati, si spostò in America per lavorare per il governo degli Stati Uniti, che non disdegnava le applicazioni scientifiche dei razzi V2.
Fu così che il 24 ottobre 1946 un V-2 n. 13 permise di scatta la primissima immagine della Terra dallo spazio.

Ovviamente il razzo da solo non basta. Ecco perché Clyde Holliday, un ingegnere del Laboratorio di Fisica Applicata della Johns Hopkins Università, creò una macchina fotografica con una pellicola da 35 millimetri che venne installata nella parte anteriore del V2.
La pellicola era protetta da una custodia d’acciaio e sopravvisse all’esperimento, regalandoci la prima foto della Terra da 105 chilometri di altezza.
Ovviamente in bianco e nero, di un qualità non eccelsa e parziale ma è comunque una pietra miliare, la prima testimonianza visiva del nostro pianeta visto dall'alto, dallo spazio.
Questa foto, che fu pubblicata solo nel 1950, segnò l'inizio di una nuova era nell'esplorazione spaziale ma anche l’inizio di una serie di tentativi di portare a casa fotografie sempre più soddisfacenti del nostro pianeta.
Negli anni '50 arrivano le prime foto a colori, nel 1959 le prime immagini della Terra riprese da un'orbita stabile attorno al pianeta e nel 1961 fu la volta della prima foto della Terra dallo spazio con la presenza di un essere umano, il cosmonauta sovietico German Titov.
Nel 1972 invece la missione Apollo 17 scattò la celeberrima foto "Blue Marble", la prima immagine della Terra completamente illuminata, diventata un'icona e un simbolo del movimento ambientalista.

Passo dopo passo ci siamo portati a casa immagini sempre migliori con strumenti sempre più sofisticati. E non sembriamo intenzionati a smettere.
Perché?
Sicuramente per motivi scientifici e per beneficiare degli evidenti miglioramenti tecnici ma anche perché continua un po’ a farci sognare, ad affascinarci, a creare nuove domande a cui rispondere, a darci nuovi spunti per nuove ricerche e aiutarci ad andare sempre un po’ più in là.
Aspetta… c’è dell’altro!
🎁 La nostra guida ai regali di Natale 2024
📺 Trovi Fjona su RAI Play con Touch - Impronta digitale!
🎙️Ascolta il nostro imperdibile podcast LE VIE DEL TECH
💸E trovi un po' di offerte interessanti su Telegram
E poi ci sono tutte le nostre nuovissime newsletter! 👇